Ora come allora è considerato una delle più grandi icone del XX secolo.

Ora come allora resta una delle stelle musicali più splendenti d’America e non solo.

Ora come allora è il Re, indiscusso, del Rock’n’roll.

Elvis Presley nasce a Tupelo – Mississippi (USA) l’8 gennaio di 84 anni fa. Sopravvissuto alla nascita al gemello Jessie Garon Presley, Elvis fin da giovanissimo inizia ad avvicinarsi alla musica, inizialmente grazie alla chiesa evangelica del suo quartiere poi, dopo il trasferimento a Memphis, imparando a suonare pianoforte e chitarra acustica. Si dice che la prima chitarra gli fosse stata regalata proprio all’età di 11 anni: lui avrebbe chiesto in regalo una biciletta ma i suoi genitori non potendosela permettere perché troppo costosa, “declinarono” su una sei corde.

Al di là di dati strettamente biografici e piccole curiosità (che comunque risultano importanti per comprendere più a fondo le caratteristiche di questo incredibile personaggio), vorremmo provare a riflettere sulla musica e l’artista. Il 5 luglio 1954, durante uno dei soliti giri in camion (trovò lavoro come camionista per la Crown Electric di Memphis per aiutare la famiglia) Elvis nota un piccolo studio di registrazione, il Sun Studios, dove si poteva registrare un disco pagando un dollaro. È qui, infatti che incide “My Happiness”, canzone tradizionale americana, il disco che regalerà alla madre proprio nel giorno del suo compleanno.

Un modo del tutto innovativo di cantare il suo, un timbro di voce originale, nuovo, autentico, uno spirito capace di unire le due anime d’America, il country e il blues: Elvis non passa inosservato, già da questa prima esperienza Sam Phillips, proprietario della Sun Records, resta impressionato da questo ragazzo con il ciuffo ribelle e una voce sorprendente. Si può dire che in questa circostanza nasce la Blue Moon Boys, dopo che Mr Phillips, avendo ascoltato le tracce registrate, crea la prima band di Elvis, composta da quello che sarebbe diventato The King of rock’n’roll, Bill Black al contrabbasso, Scotty Moore alla chitarra e D.J. Fontana alla batteria.

Da allora, la sua influenza, soprattutto in campo musicale, è stata incredibile, tant’è vero che il fenomeno che si lega a lui come modello d’ispirazione non sembra ancora essersi esaurito.

Elvis, infatti, può rappresentare davvero uno spartiacque del mondo musicale e culturale, un’artista che segna la fine di un periodo e l’inizio di un altro, una sorta di cambiamento irreversibile dal quale non solo non era possibile non subirne le influenze, ma che ha portato delle innovazioni in grado di sensibilizzare tanto i giovani della sua epoca quanto le generazioni a venire. Prima di lui, Frank Sinatra, Dean Martin, Nat “King” Cole, Bing Crosby proponevano un modello di artista in giacca e cravatta adatto a un pubblico più adulto, cultore di una musica ineccepibile dal punto di vista melodico e tecnico. Per i giovani dell’epoca era difficile riconoscersi in questi modelli così “composti”, che sfoggiavano acconciature impeccabili, uomini di bell’aspetto fautori di una musica che sembrava essere davvero molto lontana dallo spirito dei nuovi teenagers. Elvis invece rappresenta il perfetto teen-idol che canta musica innovativa in cui a fare da protagonista, prima delle parole e della melodia stessa, era proprio quel ritmo che invitava a scatenarsi e a ballare. Sebbene il nostro cantante non sia l’iniziatore del rock’n’roll, dal momento che i primi vagiti del genere c’erano già stati, è stato senza dubbio colui che ha reso il genere famoso, innanzitutto travolgendo emotivamente il pubblico. Non solo la musica fu dalla sua, ma tutto ha contribuito a costruire la leggenda del King of rock’n roll, primo fra tutti la sua immagine: dal ciuffo ribelle alle movenze sexy quando diventava protagonista assoluto della scena, Elvis fa breccia nel cuore delle ragazze che si innamorano perdutamente di lui e dei ragazzi, che lo prendono come modello di stile.

Si ricorda, infatti, che l’ascesa artistica di Elvis riguarda non solo la musica, ma anche altri ambiti, come quello cinematografico. Quando ormai era sulla cresta dell’onda, anche i produttori cinematografici fanno a gara per averlo; Hal B. Wallis, per esempio, firma col Colonnello Parker un contratto in esclusiva per avere il cantante nel film di debutto “Love Me Tender” (1956), western con Richard Egan, Debra Paget, e Robert Middleton, il cui titolo deriva dall’omonimo brano divenuto anche colonna sonora del film: inutile dire che è stato un grandissimo successo. I film di Elvis, da questo momento, sono stati molti (solo quattro prima di partire per il servizio militare, tra cui, oltre a “Love me tender” anche “Loving You” 1957, “Jailhouse Rock” 1957 e “King Creole” 1958) anche se il genere in cui riusciva meglio a riconoscersi riguardava la commedia leggera dove canzoni “su misura” facevano da sfondo alla storia del giovane protagonista che combatteva per il proprio avvenire e la ragazza dei suoi sogni.

Dalla musica agli anni hollywoodiani e poi ancora, inevitabilmente alla musica. Sul finire degli anni Sessanta, tutto riparte dalle canzoni, dal suo modo di muovere il corpo, da quella presenza scenica fuori dal comune…dal suo rock’n’roll. Elvis torna a registrare i dischi, a esibirsi in concerto intensificando soprattutto tutta l’attività live che consacrava con maggior misura il suo “status” di Re di un genere che aveva reso grande.

L’ultima apparizione dal vivo di Elvis Presley è datata 26 giugno 1977, ed ha avuto luogo alla Market Square Arena di Indianapolis. Esattamente un mese dopo viene pubblicato il suo ultimo album ufficiale: “Moody Blue”.

Elvis morirà a soli 42 anni per un attacco cardiaco a Memphis, il 16 agosto 1977, il cui corpo è stato trovato riverso sul pavimento del bagno da Ginger Alden, nuova compagna del cantante (da Priscilla, unica moglie del cantante, divorziò nel 1973).

Il Re del Rock’n’roll vanta più di un miliardo di dischi venduti in tutto il mondo. Sessantotto singoli piazzati nella Top 20 di Billboard tra il 1956 al 1977. Ventuno singoli in vetta alle classifiche britanniche con ottanta settimane di permanenza al primo posto. Il suo nome in ben quattro hall of fame: rock, gospel, country e rockabilly.

Oggi continuiamo ad ascoltare e a ballare quella musica come se fosse stata scritta anche per i nostri tempi e, senza dubbio, per quelli futuri.

«You’ve got to follow that dream , wherever that dream may lead»; segui quel sogno, ovunque ti possa condurre, diceva Elvis. Al di là dei numeri sono molto più utili frasi di questo tipo per comprendere chi e cosa sia stato Elvis per il mondo della musica e quello che, ancora oggi, continua a influenzare.

Happy Birthday King of Rock’n’roll!